Gli ultimi giorni dell’anno portano spesso alla mente tanti ricordi. L’uno di gennaio fa invece sorgere in ognuno di noi speranze, aspettative e nuovi obiettivi.
E se l’arrivo di questo nuovo anno ci facesse sentire entusiasti ma anche un po’ sotto pressione?
Come mai dopo i bagordi di capodanno ci siamo alzati pieni di energie, ma anche inaspettatamente tesi?
Quando un anno termina, si è soliti ripassare mentalmente i momenti, le situazioni e le sensazioni che ci hanno segnato. Si ripensa a come alcune cose siano inevitabilmente finite, cambiate, maturate o peggiorate.
Relativamente ad esse, ci si pongono domande su come si potrebbe migliorare e su cosa si potrebbe cambiare. Ci si osserva dall’esterno, alla ricerca di un’autovalutazione obiettiva:
“Ho fatto tutto il possibile? Di cosa non sono contento? Cosa potrei fare per migliorare?”
Tutti, la notte del 31, ci siamo addormentati cullati dalle stesse domande, sperando di risvegliarci nel 2018 con qualche risposta in più.
Dopo ogni vacanza, è comune che ci si senta più tesi del solito, come se fosse cambiato qualcosa. Ciò vale a maggior ragione dopo la pausa natalizia, sotto il peso delle aspettative derivanti dal nuovo anno.
Iniziare qualcosa, infatti, comporta di norma la nascita di attese e speranze per il futuro, che possono caricarci emotivamente, generando un’ansia leggera e fisiologica. Qualora tuttavia l’asticella venga posta esageratamente al di sopra delle nostre possibilità, può sorgere in noi un eccessivo stato di preoccupazione.
Per quanto possa risultare difficile, abbassare un po’ i propri obiettivi potrebbe essere la soluzione più semplice. E’ importante che questa strategia, però, si applichi senza sminuire la fiducia in se stessi e senza aspirare ad aspettative riduttive rispetto alle proprie potenzialità. In quest’ottica, il fallimento deve essere considerato come un rischio calcolato, e non come una sconfitta. Il nostro scopo non deve essere la perfezione, ma la piena realizzazione di noi stessi.
Cosa succede se si abbassano le aspettative?
L’espediente sopra esposto consente di vivere in modo più spontaneo e leggero la propria quotidianità, godendosi sia i risultati ottenuti, che il loro raggiungimento. La forte tensione, dovuta al timore di non raggiungere gli obiettivi prefissati, può in tal modo essere convertita in “ansia positiva”. È infatti importante ricordare che quest’ansia, quando accompagnata da aspettative congrue, è per noi una grande risorsa e un’importante alleata: essa migliora la concentrazione e attiva le nostre risposte fisiologiche in caso di situazioni di pericolo.
Provare ansia è qualcosa di umano, importante ed estremamente funzionale.
Per questo nuovo anno, è dunque importante chiedersi se le nostre attese sono troppo pretenziose o, al contrario, realizzabili. È necessario domandarsi se l’ansia che si sente sia proporzionata e leggera, come ad ogni nuovo inizio, o eccessiva e sproporzionata rispetto a ciò che ci aspetta.
Richiedere troppo a noi stessi rischia di portare ad un fallimento evitabile e di farci sentire molto più insicuri di quanto siamo realmente. Aspettarsi qualcosa di raggiungibile ed equilibrato, viceversa, può darci la forza di realizzare ogni nostro desiderio.