Adolescenti: cosa chiedono agli adulti?

L’adolescente a volte, all’adulto, appare incomprensibile.

Passa improvvisamente da momenti di euforia, “parlantina” e auto-ironia, ad attimi di furiosa rabbia e chiusura, fino ad arrivare al cliché di”sbattere la porta e chiudersi in stanza”.

Ma, quindi, questi adolescenti cosa stanno cercando di dirvi?

Che cosa vogliono davvero i vostri figli?

I principali bisogni degli adolescenti si possono sintetizzare in due grandi categorie: i bisogni relativi al corpo e alla propria immagine corporea e i bisogni definiti “sociali”.

I primi si legano ad un forte interesse per il proprio corpo e per la propria immagine, nonché alle attrazioni verso l’altro sesso. Quello che il figlio adolescente chiede al proprio genitore è di affiancarlo in queste nuove scoperte e sensazioni in modo rassicurante. In questo momento, lui necessita di stabilità, coerenza, presenza discreta ma anche limiti e divieti, dove necessari.

Tra i bisogni sociali vi sono invece desideri di sicurezza, indipendenza ed autenticità.

L’insicurezza è tratto caratterizzante di quest’età. L’adolescente si trova in bilico tra cambiamenti corporei e ricerca di una propria identità coerente. Per questo motivo, necessita di conferme e grandi certezze da parte dell’adulto, che possono essergli trasmesse principalmente attraverso comunicazioni non verbali.

L’indipendenza a cui aspira, invece, si riferisce ad una possibilità d’azione e di pensiero che si allontana da quella famigliare e diventa, gradualmente, solamente sua. Questo bisogno potrebbe apparire, il più delle volte, sotto forma di scontro e ricerca di conflitto, con l’obiettivo di differenziarsi.

E’ in questi momenti che l’adolescente richiede stabilità e un adulto che non psicologa bologna; adolescenticeda, né risponda agli attacchi.

Attraverso questi atteggiamenti l’adolescente cerca di dimostrare che può scegliere per sé, ed è importante che questo suo volere venga accettato.

Per quanto possa risultare scontato, trasmettergli il messaggio di essere se stesso e di avere fiducia nelle sue scelte personali, è il passo più importante.

Consiglio, quindi, agli adulti di riferimento di dare ai propri figli adolescenti la possibilità di riparare se hanno commesso un errore, ricordandogli che si può sbagliare, ma che possono comunque recuperare e farcela.

D’altronde, ogni tanto, sarebbe utile volgere lo sguardo al passato e constatare che anche voi, in quel periodo della nostra vita, non eravate poi così diversi dai vostri figli.

 

Qualora abbiate domande o curiosità su questo tema, non esitate a contattarmi! 

Dott.ssa Debora Govoni: deboragovoni2@gmail.com   cell.348/9934783

 

 

 

Gelosia: cos’è e perché la proviamo?

Molti di noi sanno bene cosa significhi convivere con attacchi di gelosia.

Chi può dire di non averla mai provata?

In fondo, la gelosia non è altro che il profondo timore di perdere una persona per noi importante, a causa della presenza di un terzo che pensiamo possa portarla via. Ognuno di noi può averla provata, anche se ad intensità e a livelli differenti.

Vi sono diverse gelosie, da quelle basate su fatti reali ed oggettivi a quelle che si manifestano per sospetti e fantasie infondate. Soprattutto le ultime, infatti, nascono spesso da dinamiche inconsce appartenenti al passato, che è importante riconoscere e trattare.

Le gelosie eccessive possono sfociare in relazioni patologiche, dove il controllo dell’altro è l’espressione di un’importante dipendenza affettiva. In questo caso, è fondamentale riconoscere la criticità di queste manifestazioni e cercare di elaborarle prima che comportino spiacevoli conseguenze.

Ma come nasce la gelosia?

Questo sentimentogelosia; psicologa bologna viene ricollegata al nostro desiderio infantile di essere l’unico oggetto d’amore dei genitori e al bisogno di sentirci amati.

E’ proprio in quel momento che può comparire la gelosia nei confronti del genitore del sesso opposto e verso il fratellino o la sorellina, percepiti come rivali in questa “lotta d’attenzione”. L’insorgere di questa gelosia dipenderà dall’atteggiamento genitoriale nel riconoscere e mediare certe manifestazioni nei propri figli.

I due principali tipi di gelosia sono:

1.gelosia equilibrata: caratterizzata dal timore e dalla preoccupazione di essere abbandonati dalla persona di cui siamo innamorati, basata sia su fatti reali che immaginati. Le persone colpite da questa gelosia tendono a colpevolizzarsi per l’eventuale perdita subita o immaginata, nutrendo sentimenti di inadeguatezza ed ostilità nei confronti dei rivali in amore.

2.gelosia proiettata: contraddistinta da una proiezione sul compagno di proprie fantasie inconsce e impulsi repressi inerenti a un possibile tradimento del partner. Si attribuiscono, quindi, all’altro pensieri e desideri proibiti che non si vogliono riconoscere e accettare.

E’ consigliabile riflettere su quanto della nostra storia personale stiamo proiettando sulla relazione con il nostro partner attuale e su come si possa tentare di “lavorarci” autonomamente, senza coinvolgere o fare soffrire l’altro.

La gelosia, in fondo, presenta un forte paradosso: si alimenta con il bisogno di attenzione e vicinanza ma, nelle sue forme più estreme, rischia di allontanare.

Questo forte sentimento, se eccessivo, potrebbe infastidire il partner, rendendolo schivo, preoccupato e, in alcuni casi, desideroso di trasgredire quei limiti imposti dal compagno, per poter riacquistare la sua libertà.

Essere fedeli dovrebbe poter essere una scelta, libera e profonda, lontana da convezioni sociali precostituite o da gelosie imposte. Quindi, quando vediamo che questa gelosia comincia a “controllarci”, prendiamo in mano la situazione e lasciamo che il nostro partner scelga, liberamente, di scegliere sempre e solo noi.

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